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Previsioni Mercato Azionario: Segnali di Tempesta da Wall Street

Decidendo di parlare di “Previsioni Mercato Azionario 2022” dovrei tornare ad un “indicatore di recessione” di cui ho parlato più volte negli anni, così come ho fatto anche qualche settimane fa… ma la notizia è che, questa settimana ne hanno parlato (con colpevole ritardo…) anche i principali media finanziari.

Sto parlando della “curva dei rendimenti invertita”, che in genere è sempre stato un segnale di “problemi in arrivo” per l’economia degli Stati Uniti e quindi, per associazione, per il mercato azionario.

Oggi vorrei quindi spiegarti non solo cosa è ma perché questa ultima inversione, può essere così significativa per fare previsoni sul mercato azionario…

Perché?

Perché se segui questo blog sai che, come per qualsiasi altra cosa in ambito finanziario, c’è una buona quantità di dettagli rilevanti di cui, probabilmente, non sentirai parlare altrove.

È da qualche tempo che sto cercando di fare il possibile affinché tutti i lettori di questo blog siano preparati non solo ad affrontare l’inflazione crescente ma anche a percorrere la strada rocciosa che questo indicatore di recessione in genere fa presagire.

Allora, andiamo subito al punto…

Stiamo parlando di un segnale di avvertimento importante per fare previsioni sul mercato azionario.

Le ultime tre volte che ciò è accaduto, sono seguiti dolorosi mercati ribassisti e, i segnali attuali, indicherebbero che ciò accadrà di nuovo nel prossimo futuro…

L’avvertimento di cui sto parlando è un’inversione dei tassi di interesse, una situazione rara in cui i tassi di interesse a breve termine sono superiori a quelli a lungo termine.

In particolare, sto parlando della differenza tra i tassi di interesse dei Treasury (titoli di stato) statunitensi a due anni (a breve termine) e a 10 anni (a lungo termine).

Ora, prima di pensare che sto per parlarti di qualcosa di noioso… sarebbe utile che tu ti predisponessi ad un’attenta lettura… perché quanto sto per raccontarti è importante

Comprendere questo concetto può aiutarti a capire le tendenze generali dell’economia e dei mercati azionari in qualsiasi momento, non solo oggi.

Quando acquisti un titolo di stato, presti denaro al tuo governo e, normalmente, il governo deve pagarti un tasso di interesse più alto per poter vincolare i tuoi soldi per periodi di tempo più lunghi.

Se, ad esempio, gli Stati Uniti pagano l’1% all’anno su un prestito di due anni, potrebbero dover pagare il 3% all’anno su un prestito di 10 anni.

Ci sei?

Questo è l’ordine naturale delle cose perché il rischio di qualsiasi prestito aumenta con il tempo…

Potresti infatti pensare di avere un’idea ragionevole di cosa accadrà nei prossimi uno o due anni ma non hai un’idea altrettanto precisa di come potrebbe essere il mondo tra 10 o 30 anni…

Restando sugli Stati Uniti… saranno ancora la superpotenza mondiale dominante? Il dollaro USA sarà ancora la valuta di riserva mondiale? L’inflazione sarà dell’1% o del 10%?

In altre parole, più tempo significa più incertezza e, più incertezza, equivale a più rischio.

Ecco perché gli investitori richiedono un tasso di interesse più elevato sul lungo termine. Lo fanno per compensare un rischio maggiore.

In taluni momenti, tuttavia, i rendimenti si invertono: i Treasury a breve termine rendono più dei Treasury a lungo termine.

Non dovrebbe succedere, ma succede… ed è un chiaro segno che qualcosa non va nei mercati…

Martedì scorso, il rendimento a due anni ha superato il rendimento a 10 anni per la prima volta dal 2019.

A questa “inversione” ha fatto seguito un rendimento a cinque anni che è stato scambiato al di sopra del rendimento a 30 anni per la prima volta dal 2006.

Questo è indicativo di maggiori incertezze sul rischio nel mercato…

Il mercato obbligazionario è enorme e questo genere di cose “fuori norma” sui rendimenti non accade dall’oggi al domani.

Accade lentamente, come una “corsa di tartarughe” e questi comportamenti nel mercato obbligazionario tendono a causare dolorosi cali del mercato azionario…

Il grafico a 30 anni che ti riporto qui di seguito mostra lo “spread di rendimento” tra i Treasury a 10 anni e quelli a due anni.

Quando lo spread di rendimento scende al di sotto dello 0%, i rendimenti (o tassi) vengono “invertiti”.

La parte inferiore del grafico (in blu) mostra il mio indice di riferimento l’S&P 500.

Come puoi vedere, non molto tempo dopo l’inversione dello spread di rendimento, il mercato azionario scende…

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Le ultime quattro volte che lo spread di rendimento tra i Treasury a 10 anni e quelli a due anni è passato sotto lo 0%, il mercato azionario di riferimento è sceso in media del 40% di lì a poco.

Lunedì scorso, lo spread è sceso a 0,12%… si sta quindi avvicinando terribilmente allo 0%… e alla possibile inversione. Alla chiusura di venerdì, lo spread era dello 0,04%.

Entrando ancor più nel merito, voglio condividere con te alcuni dettagli che non ho visto pubblicati altrove.

All’ultima chiusura, abbiamo effettivamente visto “inversioni” nello spread dei titoli di stato USA a 5-3 anni, 7-3, 10-5, 10-3, 10-2, 30-20, 30-5 e, in particolare, a 30-3 anni.

Questo significa un rendimento migliore su un Treasury a tre anni (2,58%) rispetto a un titolo a 30 anni (2,44%).

Non è normale e mostra come “il denaro intelligente” vede oggi nel mercato obbligazionario una situazione incerta nei prossimi tre anni come nei prossimi 30… Wow…

Le uniche correlazioni di rendimento che non sono così vicine all’inversione sono quelle ad un anno o più brevi, come lo spread tre mesi/10 anni… e questo perché la Federal Reserve ha molta più influenza sulle posizioni “corte” rispetto ai tassi a lungo termine…

Più lontano nel futuro maturano i Treasury, meno controllo ha la Fed.

Voglio esser chiaro, la Fed influisce certamente sull’offerta e sulla domanda di titoli del Tesoro a lungo termine acquistandoli e vendendoli.

Però, gli attori globali dei mercati finanziari influenzano i prezzi (e i rendimenti) dei titoli del Tesoro a lungo termine molto più di quanto non riescano a fare con i titoli del tesoro a breve termine.

Tutto questo va legato con quanto ho già scritto in passato sulla Fed e su quanto sia, non solo una delle principali cause dell’inflazione ma anche di quanto adesso abbia difficoltà nel controllarla.

Se lo spread si “appiattisce” e forse si inverte… anche perché la Fed “deve” aumentare i tassi… allora il segnale per il mercato azionario diventa ancora più importante…

Il punto è che le cose stanno già diventando davvero bizzarre con la curva dei rendimenti… e quando abbiamo visto questo tipo di comportamento in passato, sono seguite copiose vendite sui mercati azionari.

Ok ma perché?

Ebbene, quasi ogni volta che la curva dei rendimenti si è invertita, a partire dagli anni ’50 ad oggi, è seguita una recessione.

Con quasi ogni volta, intendo 11 volte su 12, quindi con un solo falso positivo…

Previsioni Mercato Azionario 2022: Quali valutazioni fare?

 

Detto ciò, veniamo ad un altro punto molto importante: la tempistica di tutto questo.

Dal 1955 a oggi, la recessione si è verificata entro 6-24 mesi dall’iniziale “inversione”…

Non domani quindi. Non la prossima settimana. Nemmeno il mese prossimo… ma, in media, circa 19 mesi dopo.

Quindi, sì, questo è un indicatore cui dovresti prestare attenzione ma dovresti anche conoscere anche altri dettagli come ho scritto sin dal 2019…

I media finanziari e la maggior parte degli investitori ritengono che una curva dei rendimenti invertita sia il segno che la fine è vicina. E alla fine così è.

Tuttavia…

L’inversione della curva dei rendimenti è in realtà un importante segnale rialzista per il mercato azionario nel breve termine.

Infatti, nelle precedenti tre volte in cui la curva dei rendimenti si è invertita, il mercato azionario non ha raggiunto il suo apice per altri 18 mesi… ogni volta… e, nel contempo, le azioni hanno guadagnato in media il 21%.

Inoltre, l’ultima volta è successo che…

Ciò che molti probabilmente non hanno colto o che hanno dimenticato (ma non qui!) su gran parte della storia scritta sul crollo del mercato azionario dovuto al Covid-19 è che la curva dei rendimenti si era “invertita” sei mesi prima, nell’agosto del 2019.

Ne scrissi allora, proprio come faccio oggi, dicendo che questo era un “segnale di avvertimento”. Non potevo sapere cosa avrebbe significato ma, allora come ora, valeva la pena di farlo notare.

Considerando che, all’epoca, molti parlando del “mercato azionario rialzista più lungo di tutti i tempi”, si chiedevano se e quando avrebbe rallentato o cessato la sua corsa, il mercato obbligazionario stava fornendo il suo segnale…

Dopotutto, le curve dei rendimenti invertite predicono quasi sempre le recessioni e le recessioni spesso coincidono con i mercati ribassisti…

Tuttavia, come detto, ci è voluto tempo…

L’indice S&P 500 ha guadagnato circa il 16% nei sei mesi intercorsi tra l’inversione della curva dei rendimenti di agosto 2019 e quello che sarebbe diventato noto come il “crollo del Covid-19”.

Ora, nessuno (forse…) poteva sapere che una pandemia, che si verifica una volta ogni secolo (speriamo…), sarebbe stata l’innesco di un crollo del mercato azionario e di una breve recessione.

Se così non fosse stato però, avremmo probabilmente avuto “altro” in grado di rallentare comunque l’economia… e far prendere un po’ di respiro al mercato azionario.

Altro? tipo?

L’ipotesi più probabile è che la Fed alla fine avrebbe aumentato di nuovo i tassi di interesse a causa della disoccupazione ai minimi storici e della bassa inflazione.

Quelli infatti, erano i giorni dell’inflazione inferiore al 2%…

Quasi tre anni dopo, accade la stessa cosa, ma in condizioni peggiori…

La Fed sta aumentando i tassi e ritirando gli stimoli monetari (il che rallenterebbe un’economia in qualsiasi circostanza) ma ora l’inflazione è ai massimi da decenni…

Il bilancio della Fed recita al doppio di allora (quasi 9 trilioni di dollari) e Il rapporto debito/PIL degli Stati Uniti è ben al di sopra del 100 %.

Non voglio sostenere che non sia stato giusto aiutare finanziariamente le persone durante la pandemia, visto che, la nazione “emittente” della valuta di riserva mondiale, aveva i mezzi per stampare trilioni di denaro “dal nulla”…

Tuttavia, da un punto di vista economico, tutti i soldi che il governo degli Stati Uniti ha stampato durante la pandemia e l’inflazione che ne è seguita, potrebbero ora innescare una recessione molto più lunga… ovviamente se diamo credito a quanto detto sulla curva dei rendimenti.

Nel frattempo, i prezzi degli asset, in generale sono aumentati vertiginosamente…

Come prima della pandemia, anche oggi la disoccupazione negli USA è bassa, principalmente perché le persone hanno lasciato completamente la forza lavoro per vari motivi durante la pandemia.

Quindi, alcune cose sono diverse ma alcune sono identiche.

Ora che la polvere si è posata sulla pandemia, anche se nessuno lo dice, in realtà vediamo molte similitudini… ma c’è anche molto di più su cui potremmo approfondire su questo momento storico.

Ad esempio, di come gli “shock” petroliferi sono stati un predittore di recessione ancora più affidabile rispetto alla curva dei rendimenti…

Cosa significa tutto questo per le previsioni sul mercato azionario?

Le curve dei rendimenti obbligazionari in genere significano che parecchi investitori si aspettano “qualcosa di molto negativo” e, quando questo accade, in qualche modo, per l’economia, qualcosa di negativo arriva… come, ad esempio, una recessione.

Tuttavia, come detto, ciò non significa che una recessione sia imminente e questo ci consente di fare un’altra considerazione… perché “l’economia non è il mercato azionario”.

Quando ci sono abbastanza dati per “chiamare” ufficialmente una recessione (es. due trimestri consecutivi di declino del PIL), in realtà, una crescita più lenta ha già danneggiato aziende e persone ma solo in quel momento tutti parlano di recessione.

Proprio come l’inflazione, che colpisce i portafogli di milioni di persone per almeno un anno, gli effetti di una recessione si fanno sentire molto prima che qualcuno si svegli ed inizi a fare discorsi su di essa…

Nel frattempo, il mercato azionario è lungimirante, con prezzi che fluttuano tra valori attuali e aspettative future o, quantomeno, il “denaro intelligente” è lungimirante…

Il mercato azionario e chi sa investire a lungo termine, hanno prezzato una “crescita” molto più bassa per il futuro… ecco perché le azioni sono in ribasso quest’anno.

I picchi di mercato sono più evidenti con il senno di poi, sfortunatamente…

Quando guardiamo indietro, notiamo che il numero di azioni scambiate a Wall Street al di sopra delle loro medie mobili a 200 giorni, abbia raggiunto il picco tra l’inizio e la metà del 2021.

Quello è il momento in cui molti dei titoli “in crescita” hanno raggiunto il loro picco… e hanno iniziato a vendere…

Naturalmente, i principali indici statunitensi stavano ancora raggiungendo nuovi massimi storici (come accaduto a novembre dello scorso anno) ma poi le cose hanno iniziato a peggiorare…

Questo accade quando i piani di aumento dei tassi di interesse della Fed sono diventati realtà.

La volatilità ha preso quindi il sopravvento e non si è ancora fermata soprattutto sui titoli tecnologici e le analogie con lo scoppio della bolla delle dot-com non mancano…

La fortuna è sapere che, il mercato dei titoli di stato sta ora esprimendo preoccupazioni ma che queste non si traducono immediatamente in recessione e crolli… ci vuole tempo e, il tempo, permette di prepararsi… a chi non lo ha ancora (colpevolmente) fatto.

Tutto questo per dirti che, sì, dovresti esserti già preparato per tempi i difficili che arriveranno… e se non lo sei, assicurati di arrivarci preparato.

Ecco perché avevo avvertito della potenziale “stagflazione” già dalla fine dello scorso anno, ben prima quindi che la guerra in Ucraina alimentasse ancora di più i timori di una crescita più lenta con un’inflazione più alta…

È per questo che ho scritto molto negli ultimi tempi, esortando tutti a prendere in considerazione coperture comprovate dall’inflazione o a valutare società che possono premiare gli azionisti, qualunque cosa accada.

È anche il motivo per cui sono contento che molte delle persone che hanno partecipato al nostro corso “Think Rich & Be Rich” si sono preparati avendo strumenti e strategie, non solo per proteggersi senza preoccupazioni, ma anche per “riempire le loro tasche” in caso di recessione, di mercato azionario ribassista o in caso di crollo delle borse.

Se te lo sei perso negli ultimi 10 anni, spero vivamente per te, che almeno tu possa partecipare alla prossima edizione…

Mercato azionario oggi e Previsioni di Borsa domani: Anche Wall Street si prepara alla tempesta

 

Il “denaro intelligente” (trader e gestori di fondi di livello istituzionale) è in movimento…

Sono i big nel mondo degli investimenti e di solito sanno bene come operare, ecco perché è fondamentale sapere sempre cosa stanno facendo.

Bene, stanno accumulando azioni di società dell’S&P500 che staccano storicamente dividendi e azioni “difensive” legate ai beni di prima necessità.

Delle prime ho parlato un’infinità di volte (anche perché parte principale della nostra strategia di investimento per la libertà finanziaria), ma riguardo le seconde…

Perché lo fanno?

Perché i beni o i servizi di queste società continueranno a vendere anche se l’economia va in forte difficoltà. Tradizionalmente, sono sempre stati un’ottima difesa per gli investitori durante qualsiasi recessione.

Negli ultimi sei mesi, il più grande fondo di investimento su questi beni e servizi, un fondo quindi pieno zeppo di società difensive…è aumentato di circa il 10%.

Tra le sue prime posizioni troviamo società come Procter & Gamble, Coca Cola, Philip Morris, Walmart, Hershey e Colgate-Palmolive.

Vedi, i consumatori non smetteranno di acquistare da queste aziende a meno che il mondo non crolli. I prodotti che vendono sono “essenziali” come la carta igienica, i cereali e il dentifricio…

Questo è ciò che li rende investimenti difensivi perfetti in tempi difficili.

L’indice S&P 500, il nostro mercato azionario di riferimento, è aumentato solo del 6% nello stesso periodo di sei mesi. In altre parole… i beni di prima necessità stanno sovraperformando il mercato.

È un segno inquietante…

Il denaro intelligente sta anche facendo incetta di titoli di consumo in questo momento. Questo ci dice che i big del mondo degli investimenti stanno cercando riparo e quindi non escludono una potenziale tempesta.

Ora, come abbiamo già detto, anche questo non significa che un mercato azionario ribassista sia imminente ma significa comunque che le menti più brillanti di Wall Street pensano che questo sia un buon momento per prepararsi.

E quando questo accade, faresti meglio ad assicurarti di esser preparato anche tu. Certo, dovevi farlo in passato, dovevi farlo per tempo ma, come si suol dire, meglio tardi che mai…

La tabella seguente mostra come il fondo sui beni di prima necessità di cui stiamo parlando, l’S&P 500 e il Nasdaq Composite Index sono andati durante tre importanti momenti di forte vendita sui mercati negli ultimi due decenni. Guarda…

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I dati chiariscono che, quando il mercato crolla, i beni di prima necessità tengono il passo.

Certo, anche questo settore è caduto durante quei tre momenti ma, in ogni caso, i ribassi non sono stati così gravi come, ad esempio, per i titoli tecnologici.

Ora, anche il denaro intelligente si sta preparando per un’altra tempesta…

Nessuno può sapere se la tempesta si manifesterà domani, la prossima settimana o anche tra mesi ma, ogni volta che succede, la storia ci mostra che questo non è un segnale da ignorare.

Io personalmente non lo sto ignorando, penso che avremo (almeno) uno storno importante già a partire dai prossimi giorni… ma questa è solo e soltanto la mia personale opinione…

Detto ciò, durante i tre più grandi momenti di vendita degli ultimi due decenni, il fondo più grande sui beni di consumo, ha resistito molto meglio del mercato azionario principale e di quello dei titoli tecnologici.

I soldi intelligenti lo sanno… e tu?

Anche per questo motivo, sono contento delle informazioni che abbiamo fornito negli anni a chi ha partecipato al corso “Think Rich & Be Rich”.

In-formazioni ed un Sistema che ha permesso a chi lo ha adottato non solo di crescere finanziariamente ma anche di prepararsi per proteggersi (da inflazione e recessione) e di sapere esattamente cosa fare per guadagnare denaro proprio mentre “gli altri” perdono soldi.

Se ti sei perso tutto questo negli ultimi 10 anni, spero che tu possa almeno partecipare alla prossima edizione…

Fabrizio “Jacque$ Jump” Diluca

(2 Aprile 2022)

 

Riguardo al tema previsioni mercato azionario, puoi leggere anche:

 

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2 commenti

  1. Ti seguo ormai da anni e… ci hai preso anche questa volta…

    Chapeau!

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