crash delle borse

Siamo alle soglie del Crash delle Borse che tutti evocano da mesi?

Se va avanti così finisce che diventiamo, nostro malgrado, anche il blog più seguito sulle previsioni sui possibili crash delle borse e dei mercati finanziari.

Perché dico questo?

Perché la prima volta che ho deciso di contrastare l’ondata di sostenitori del “crash delle borse a breve” e del “ci siamo, adesso crolla tutto un’altra volta” risale forse ai primi del 2016  e poi ancora nella primavera ed a inizio estate dello stesso anno.

Poi via via così sino agli inizi del 2018 per arrivare a fine estate dello scorso anno.

Tutti periodi in cui dissi comunque ai lettori di questo blog che, personalmente, avrei continuato a dormire sonni tranquilli.

Va beh, poco male, oltre a tranquillizzare in quelle fasi chi ci segue, è stata l’occasione per fare molta in-formazione sul come imparare a controllare l’andamento dei marcati.

Detto ciò, ci risiamo!

E’ ormai più di un mese che si annunciano tsunami finanziari in arrivo. Subito? In primavera? Dopo Maggio? Boh chissà…

Ora, non avevo voglia di cimentarmi ancora sull’argomento, anche perché quasi tutti i miei strumenti di controllo sono ormai noti, ma visto che c’è ancora qualcosina da poter vedere… rieccoci a parlarne.

Crash delle Borse: Qual è la situazione?

 

Anzitutto, come è messo l’indice di riferimento, il nostro S&P 500? Eccolo qui…

crash delle borse

L’indice è tornato “violentemente” nel canale da cui era uscito per toccare per ben 2 volte i suoi nuovi massimi (ampliando i canale?) e pare puntare alla rottura ma questo non è ancora accaduto, anzi prima di toccare il vertice inferiore ha rimbalzato…

Qual è quindi la situazione? Sarà crash delle borse o solo un pesante storno?

Perché in fondo è questa la grande preoccupazione che tutti hanno e non parlo solo chi ha investito ma anche di chi, pensando al 2008-2009, è semplicemente preoccupato per il proprio lavoro in caso di nuova crisi finanziaria.

Forse, in fondo, è quest’ultimo elemento che mi spinge a tornare su un argomento che mi appassiona in realtà ben poco.

Quindi, come si fa a sapere se la correzione attuale dei mercati è l’inizio di un crash delle borse di dimensioni ragguardevoli?

Come detto, parte della risposta, puoi trovarla leggendo e guardano analisi e strumenti utilizzati nei precedenti periodi di panico.

Ti basterebbe in sostanza rileggere i miei vecchi post, non tanto per verificare che ci avevo azzeccato, ma per capire in base a quali analisi/strumenti dicevo che avrei dormito facendo sonni sereni e come poter, utilizzando le stesse analisi e gli stessi strumenti, puoi costruirti una tua opinione su un possibile crash delle borse.

Crash delle borse: due indicatori che sono stati spesso efficaci nel “chiamarlo”

 

Bada bene, né io né altri possiamo conoscere e prevedere il futuro (quindi questo post non è in alcun modo un suggerimento ad agire in questa o quella direzione).

Chiaro?

Voglio solo farti sapere che esistono una serie di indicatori che utilizzo per monitorare regolarmente la salute dei marcati finanziari e, se posso farlo io, puoi farlo anche tu per costruire le tue previsioni.

Tutto qui (e non è poco…).

Detto questo, come dicevo, ci sono due indicatori tra quelli che seguo che hanno anticipato tutti i picchi di mercato e le recessioni degli ultimi decenni.

Ambedue gli indicatori sono in pre allarme (uno in particolare) ma questo non significa affatto che sia tempo di farsi prendere dal panico.

Il primo indicatore si chiama Leading Economic Index. Questo indicatore, che è stato creato da un gruppo di ricerca indipendente chiamato Conference Board, esamina a sua volta 10 diversi indicatori macro economici.

Questo è per me oggi uno dei modi migliori per capire come sta andando l’economia negli States.

Questo indicatore ha anche un forte track record previsionale sulle recessioni (che tendono poi spesso a coincidere con i crolli delle borse).

Il grafico seguente mostra la variazione anno dopo anno dell’indice e, come puoi notare, ogni recessione degli ultimi 50 anni si è verificata dopo che la variazione percentuale annuale è diventata negativa.

crash delle borse

E’ un indicatore considerato da molti analisti affidabile perché, come denotabile, ha dato solo un segnale di falsa recessione in 50 anni.

In questo momento, l’indicatore è ancora distante dallo zero però lo ha già “annusato” due volte riproducendo graficamente una situazione simile a quanto visibile nel decennio 1991-2001.

Passiamo ora al secondo indicatore. Questo è tra i più importanti, soprattutto rispetto ai possibili crash delle borse.

Nello specifico, sto parlando dello spread del tasso di interesse tra i titoli del Tesoro USA a 10 anni e quelli a due anni.

Monitorare questo spread è importante perché i tassi di interesse a breve ed a lungo termine si spostano per ragioni diverse.

I rendimenti a 10 anni, quelli a più lungo termine si muovono in base alla presunta forza del mercato e dell’economia, mentre i rendimenti a breve termine, quelli a due anni, si spostano in gran misura in base a come agisce la Federal Reserve.

In un mercato sano, i tassi a lungo termine dovrebbero essere più alti dei tassi a breve termine perché, gli investitori chiedono rendimenti più elevati quando vincolano i loro soldi per molto tempo.

Va detto tuttavia che, questa relazione storica, sta un po’ cambiando…

Tuttavia, negli ultimi anni la Fed ha aumentato i tassi di interesse. I tassi a breve termine sono aumentati. Anche i tassi a lungo termine lo sono, ma non altrettanto rapidamente.

Tornando alla storia, la stessa ci dice che, quando la curva dei rendimenti si inverte (ei rendimenti a due anni superano quelli a 10 anni), si preannunciano tempi duri per i mercati azionari.

Puoi vederlo molto bene nel grafico qui sotto…

crash delle borse

Questo elemento funziona così da 40 anni. Infatti, i picchi del mercato azionario si sono verificati nel 1980, nel 1989, nel 2000 e nel 2007.

Negli ultimi mesi questo indicatore si è avvicinato a zero, ma non ci siamo ancora arrivati e questo è un dato importante perché indica che la correzione attuale non è ancora un crash delle borse.

La storia dice che il crash delle borse non dovrebbe iniziare finché questo indicatore non si sposta sotto lo zero.

Questo indicatore mi piace molto perché tende ad essere un indicatore” guida”, nel senso che, non segnala al picco… ma da un segnale prima del picco.

Guardando sempre il dato storico, i mercati hanno altri 12 o 18 mesi “di tempo” dopo che la curva dei rendimenti si inverte. Se la storia si ripetesse quindi, la correzione in atto, qualora fosse tale, potrebbe ancora riservare delle opportunità di acquisto.

Meglio comunque seguire questi due indicatori e gli altri di cui parlo nei miei vecchi post per farti una tua precisa opinione su quando e su cosa potrà accadere anche se, quello di cui bisognerebbe preoccuparsi in momenti come questi è solo dei cigni neri.

Perchè?

Perchè in questo momento, solo un cigno nero o “qualcosa di molto simile” metterebbe subito in movimento gli speculatori del crash delle borse! 

Crash delle borse: Bisogna davvero preoccuparsene?

 

Ricorda comunque che, bisogna sempre basare le proprie decisioni di investimento su dati oggettivi. Mai investire o disinvestire su basi soggettive o sull’onda dell’emotività.

Bene, compiuto questo ennesimo atto a favore dello sviluppo della conoscenza e della cultura finanziaria, devo ora dirti (o ribadirti se sei un lettore assiduo di questo blog…) che chi si preoccupa del possibile crollo delle borse è probabile che non stia investendo nel modo migliore per due motivi:

  • I guadagni più elevati in borsa si fanno proprio quando ci sono i crash delle borse
  • Per guadagnare denaro dai tuoi investimenti non serve affatto seguire l’andamento delle borse

Infine, non serve nemmeno acquisire tutta questa conoscenza…

Certo, la conoscenza è importante perché può farti guadagnare di più… ma è avere un metodo ed un sistema che ti fa iniziare a guadagnare e ti fa guadagnare costantemente senza correre rischi.

Di conseguenza, sono ben altri i presupposti da cui puoi, devi e ti suggerisco di iniziare, adesso, il tuo viaggio verso la libertà finanziaria >>

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4 commenti

  1. Luca Martorelli

    sempre chiaro e impeccabile! grande JJ!

  2. Grazie del contributo di chiarezza che dai per noi comuni mortali. A tal proposito, volevo chiederti:
    – consideri il piano di accumulo efficiente per investire, soprattutto adesso che i valori azionari sono ai massimi?
    – in tal caso è preferibile utilizzare strumenti geograficamente diversificati ad accumulo o a distribuzione (ETF azionari specifici ad alto dividendo)?

    • Ciao Roberto, ti ringrazio ma non mi ritengo un immortale! :-)

      Se leggi con attenzione tutti i miei post comprenderai cosa potrei intendere io per “piano di accumulo” e, se lo comprendi, il fatto che i mercati siano ai massimi è del tutto ininfluente… fatto salvo che il tuo obiettivo sia la libertà finanziaria…

      Nella mia concezione e per ciò di cui mi occupo e di cui si occupa questo blog, anche la diversificazione geografica non è un tema significativo mentre lo è certamente la “distribuzione” e lo è certamente il “dividendo”.

      Buona lettura ;-)

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