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Coronavirus: Il Covid-19 e il suo impatto su Borse e mercati finanziari

Molti mi hanno scritto per sapere come la penso sul Coronavirus (già battezzato Covid-19) e sul suo possibile impatto sui mercati finanziari.

 

Non volendo aggiungermi alle varie nebulose che via via si stanno formando su questo tema, ho cercato di trovare, come sempre, un mio modo di esporre le mie analisi e le mie personali opinioni.

Vero è che, la convocazione di urgenza di una sessione del mio master mind statunitense (un gruppo di imprenditori e investitori, liberi finanziariamente, che si incontrano ciclicamente per scambiarsi in-formazioni e opinioni) mi ha fatto pensare che qualcosa avrei dovuto dire, soprattutto per rispetto per chi mi segue ormai da anni su questo blog.

In ogni caso cerca di leggermi attentamente tra le righe…

Anzitutto, devi aver chiaro che, il Covid-19 sta già creando enormi problemi economici e finanziari nei paesi limitrofi alla Cina.

Singapore, ad esempio, che vive molto del turismo di fascia alta in arrivo dalla Cina vede in questi giorni hotel, locali, centri commerciali, cinema, casinò, … praticamente vuoti.

Sentosa, che è una sorta di isola parco giochi per gente con il grano a sud di Singapore (è dove si sono incontrati Donald Trump e il leader nord coreano Kim Jung nel Giugno del 2018 per capirci …) appare quasi come una landa desolata.

L’immenso casinò Marina Bay Sands nel centro di Singapore è egualmente vuoto. Puoi immaginare l’effetto visivo di più di 100 tavoli da gioco vuoti, con croupier annoiati, che sperano nell’arrivo di cinesi che non arriveranno per chissà quanti mesi?

Nel lussuoso centro commerciale annesso al casinò, anziché il fragore tipico delle persone che vogliono entrare nei meravigliosi store di Tiffany, Louis Vuitton, Cartier e Dior… adesso senti i grilli come se ti trovassi in mezzo ad un campo di grano, in Basilicata, a metà Luglio.

Considera anche che, qualora ti venisse comunque l’idea di entrare in quel centro commerciale, dovresti passare da un checkpoint con scanner termico per verificare che tu non abbia la febbre… e questo sicuramente dissuade qualsiasi potenziale visitatore.

Che cosa voglio dirti?

L’anno scorso, i cinesi rappresentavano quasi uno su cinque visitatori a Singapore ma erano quelli con la maggior capacità di spesa pro capite. Alla fine di Gennaio però, Singapore è diventato il primo paese della regione a chiudere i suoi confini a tutti i visitatori provenienti dalla Cina.

E’ solo un problema per Singapore?

No, perché Giappone, Tailandia e Corea del Sud hanno più turisti provenienti dalla Cina che da qualsiasi altra parte del mondo. I turisti sono una delle maggiori voci nell’export cinese.

L’anno scorso, circa 143 milioni di cinesi hanno viaggiato all’estero per fare qualche giorno di vacanza. Più di qualsiasi altro paese al mondo. In confronto, “solo” 88 milioni di americani sono stati in vacanza all’estero e circa la metà di quelle visite erano comunque in Messico e Canada.

Il turismo, tuttavia, è solo l’inizio…

Forse non sai che, Singapore è il secondo porto container al mondo per dimensioni, con un volume merci quattro volte superiore a quello di Los Angeles, il più grande degli Stati Uniti. Inoltre, oltre 65 milioni di passeggeri transitano ogni anno dall’aeroporto Changi di Singapore.

A causa del Coronavirus, capirai quindi bene perché il governo di Singapore ha recentemente (fortemente) ridimensionato le sue previsioni di crescita economica per il 2020.

E qui sta il punto… nonostante tutto, parliamo pur sempre e solo della “piccola” Singapore che, nonostante quanto sopra, resta uno sputo nell’oceano dell’economia globale ma se…

La crescita economica della Cina nel primo trimestre, è già stato stimato che sarà inferiore di 1,5 punti percentuali, rispetto al 4,5% delle previsioni precedenti. Questo trascinerà la crescita cinese verso il suo livello più basso degli ultimi 30 anni.

Questo ci permette già di sapere che la crescita globale sarà inferiore di almeno 0,5 punti percentuali rispetto alle previsioni di pochi mesi fa.

Questo però potrebbe essere solo l’inizio… perché le cose potrebbero anche peggiorare… ti spiego…

Il Giappone e gli Stati Uniti contano sulla Cina per un aumento del 40% delle parti e dei componenti di cui hanno bisogno per i prodotti elettrici ed elettronici.

La Cina è ormai da anni la spina dorsale della catena di approvvigionamento globale e ora, potrebbe diventare il suo anello mancante.

Il dato che forse non conosci è che, in Cina, 760 milioni di persone, cioè più del doppio della popolazione degli Stati Uniti (!), in questo momento, è soggetto a restrizioni parziali su quando o quanto può fare… il che limita fortemente quanto possono muoversi, produrre, viaggiare e acquistare.

Ciò che voglio dirti è che, il recente annuncio di Apple riguardo al fatto che mancherà gli obiettivi di fatturato del primo trimestre a causa del Covid-19 potrebbe essere solo il primo di molti comunicati simili.

Del resto, la Cina è il più grande esportatore del mondo e con molte delle principali fabbriche del paese, parzialmente o totalmente chiuse, le aziende che, nel resto del mondo, si affidano a loro per parti meccaniche, elettriche e manodopera stanno già facendo l’impossibile per cercare alternative.

Coronavirus – Covid-19: Siamo di fronte ad un “cigno nero”?

 

Apparentemente, il coronavirus è uscito dal nulla, si configura come un evento imprevisto, che ha come epicentro è il mercato di animali vivi di Wuhan, in Cina (che, solo per tua informazione, esiste però dalla notte dei secoli…).

Un “cigno nero” è proprio qualcosa di imprevedibile, inaspettato e insolito che, come prerogativa, ha quella di produrre gravi conseguenze. Definire qualcosa come un cigno nero può anche essere un modo utile per gli investitori per trovare o giustificare la colpa o la causa di grandi perdite. Del resto, se era imprevedibile, nessuno poteva prevedere che…

Quello che forse non sai, è che gli avvertimenti sulle pandemie sono tanto comuni quanto gli avvertimenti sul possibile prossimo crollo del mercato azionario.

C’è un’industria di ricercatori, think tank e scienziati che avevano avvertito per tempo sul possibile imminente destino.

Non ci credi?

“La prossima peste sta arrivando. L’America è pronta?” The Atlantic – Luglio 2018

“Il mondo conoscerà presto una pandemia apocalittica” Foreign Policy – Settembre 2018

Il World Economic Forum nel 2016 ha identificato le epidemie globali come il rischio chiave per il mondo moderno.

Non ti basta? Leggi allora la prossima con attenzione…

Lo scorso Ottobre, il Johns Hopkins Center for Health Security di Baltimora ha presentato una simulazione di preparazione ad una pandemia per aiutare i politici (ed altri…) a capire cosa poteva accadere se una malattia virale si fosse mai diffusa a livello globale.

La simulazione, prevedeva la diffusione di un patogeno che, entro un anno e mezzo, avrebbe ucciso 65 milioni di persone, riducendo l’economia globale dell’11%, causando un calo dei mercati azionari tra il 30% e il 50%. L’ipotetico virus utilizzato per descrivere questo scenario era… sì hai indovinato… un coronavirus, proprio come quello che stiamo affrontando ora.

Perchè mai fare uno studio di questo tipo? Perchè valutare le differenze di impatto tra epidemia e pandemia? Per presentare i risultati dello studio lo scorso Ottobre, quando hanno iniziato a prepararlo?

Certo, non è bello fare questi ragionamenti proprio ora, nel momento in cui le persone sono spaventate dalla novità piuttosto che dalla gravità dell’infezione.

In che senso spaventate dalla novità più che dalla gravità?

Nella stagione invernale, i dati ci dicono ad esempio che, oltre 26 milioni di americani si sono ammalati di influenza e che questo ha causato circa 14.000 morti. Sempre gli Stati Uniti, ad oggi, hanno visto 15 casi di presunta covid-19 e nessuno negli Stati Uniti è morto per questo.

Eppure, in base alla reazione dei media e delle persone al coronavirus, ti verrebbe da pensare che le cifre siano quantomeno invertite.

Mentre scrivo, le prime pagine sono piene di notizie allarmanti. Nulla di male certo, giusto prevenire ma, stando ai numeri noti (saranno quelli reali?), la risposta al coronavirus appare esagerata.

Perché assistiamo a fenomeni di questo tipo?

Il problema è che non siamo “programmati” per accettare qualcosa come il covid-19. Le persone, affrontano molto male l’idea del caso e della contingenza perché tendono a dare per scontata la stabilità, supponendo che il nuovo giorno sarà più o meno simile al precedente.

Questo sorta di “pregiudizio della normalità” è anche uno dei pregiudizi cognitivi più difficili da superare per gli investitori. È facile, infatti, pensare che, poiché i mercati sono cresciuti, continueranno a farlo, che continueranno a marciare nella stessa direzione.

Il fatto è che ci sono buone probabilità che epidemie come l’attuale coronavirus diventino molto più frequenti di quanto sin qui accaduto e quindi più comuni.

Questo può far sì che, a lungo termine, potrebbe essere meno dirompente pensare che i virus faranno sempre più parte di un pianeta sempre più popolato e sempre più soggetto a disastri climatici e batteriologici… ipotizzando che la scienza alla fine (come accaduto per l’HIV o la Sars …) svilupperà soluzioni e che la vita andrà quindi comunque avanti.

In questo momento molti paesi stanno attuando politiche restrittive sui movimenti delle persone (e delle merci) per la paura di far entrare nel proprio Paese vettori della covid-19. Più i paesi sono densamente popolati e con grandi concentrazioni urbane, più risultano un attraente terreno di coltura virale.

Inizi a capire perché il mercato azionario, a differenza delle persone, non sembra essere troppo preoccupato per il coronavirus?

 

Perché per certi ambienti, il covid-19 non è un cigno nero!

Inoltre, i dati storici mostrano come i mercati finanziari hanno sempre superato fenomeni molto gravi come Ebola, Aids, Mers, …

Ecco perché nonostante un colosso come Apple abbia detto agli azionisti che avrebbe subito un brutto colpo a causa dell’epidemia, il mercato ha reagito a malapena. Apple ha chiarito che la produzione di iPhone è stata rallentata a causa di lavoratori in quarantena e che la società prevedeva di vendere meno prodotti in Cina, senza riuscire a fare una stima precisa, perché molto sarebbe dipeso da come la Cina stessa avrebbe affrontato il problema.

Sembrava il tipo di avvertimento che, provenendo da una società del valore di 1,4 trilioni di dollari, nonché pilastro dei portafogli di quasi tutti gli investitori, poteva ispirare un vero e proprio sell-off a Wall Street.

Dopotutto, se i maghi della catena di approvvigionamento di Apple non riescono a far riprendere la produzione a causa del coronavirus, quali altri problemi potrebbero emergere nelle aziende meno strutturate e con quali riflessi per l’economia globale?

Eppure, Wall Street, alla fine, ha pressoché ignorato il comunicato di Apple. L’S&P 500 è sceso solo dello 0,3% per poi recuperare tutto il giorno dopo. Alla chiusura delle negoziazioni del giorno successivo, anche le azioni Apple avevano quasi recuperato del tutto quanto perso il giorno precedente.

Il mercato azionario non ha praticamente reagito nonostante sia nota la messa in quarantena di molti lavoratori in innumerevoli fabbriche in Cina e nonostante i timori che il covid-19 possa diffondersi più ampiamente di quanto previsto e creare ulteriori perturbazioni sull’economia a partire dall’area asiatica.

L’S&P 500 in realtà (considerando la chiusura al 20/2), è cresciuto del 4,6% rispetto ai suoi livelli alla fine di Gennaio, cioè quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il coronavirus come un’emergenza sanitaria globale.

Anche le azioni delle società americane con un’esposizione più diretta all’economia cinese stanno resistendo bene. L’indice legato a viaggi e turismo del Dow Jones, che comprende le compagnie aeree e le catene alberghiere che subirebbero un calo a causa del turismo asiatico, è calato solo dell’1% da metà Gennaio, cioè da quando i timori del coronavirus hanno iniziato a diffondersi.

Ci sei ora?

I mercati non credono ad una possibile pandemia globale, credono ad un’epidemia che colpirà essenzialmente l’area asiatica con qualche caso grave ma sporadico nel resto del pianeta e stanno, di fatto, scontando solo questa “marginale” ipotesi (marginale in termini di diminuzione del Pil globale ovviamente…).

Inoltre, c’è un diffuso ottimismo sul fatto che, nel breve, Cina e OMS individuino le cure del caso e che quindi tutto si esaurirà in gran parte nel primo trimestre del 2020.

Infine, gli investitori valutano anche che ci saranno comparti e aziende (medicinali, vaccini, prodotti per l’igienizzazione ….) che vedranno crescere fortemente le proprie vendite ed i propri utili.

Tutta questa positività sui mercati azionari è continuata anche quando le previsioni economiche hanno declassato le loro proiezioni per la crescita globale nel 2020 e hanno avvertito che in caso di scenari più cupi, l’economia mondiale potrebbe subire un grave colpo mentre il commercio si sta praticamente già azzerando nelle aree più colpite dal covid-19.

Il servizio per gli Investitori di Moody’s, questa settimana, ha descritto uno scenario di base in cui il virus era stato contenuto nel primo trimestre. Se così fosse, il danno economico sarebbe quindi probabilmente limitato a interruzioni temporanee di produzione, di approvvigionamento e al turismo ma ha chiuso sollevando anche la possibilità che possa accadere qualcosa di più dannoso.

Leggi bene con attenzione queste righe: “Il bilancio sull’economia globale sarebbe più grave se il tasso di infezioni non diminuisse e se il bilancio delle vittime continuasse a salire. Le chiusure più estese in Cina avrebbero un impatto globale data l’importanza e l’interconnessione della Cina nell’attuale economia globale. La reazione dei mercati finanziari sin qui, sembra essere stata per lo più quella di scrollarsi di dosso l’impatto attuale, il che potrebbe voler dire però, aver sottostimato i rischi”.

Chiaro adesso il messaggio sul covid-19? No?

Allora te lo definisco così, fornendoti anche la mia opinione…

Il Coronavirus, il Covid-19, non è un cigno nero ma se diventa una pandemia globale potrebbe produrre gli stessi effetti sui mercati finanziari, se non peggiori, in funzione della rapidità con cui potrebbe estendere la sua portata.

Segui con attenzione quanto accade negli Stati Uniti, perchè (come spesso accade) saranno loro a decretare gli effetti di tutto questo…

Tu (il tuo sistema di gestione del denaro, le tue coperture e i tuoi investimenti…) sei pronto ad affrontare un vero cigno nero o un evento di così grande portata (anche se non fosse il coronavirus)?

Se la risposta è no, oppure non lo so, sarà meglio che tu corra celermente ai ripari >>

Fabrizio “Jacque$ Jump” Diluca

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2 commenti

  1. massimiliano budroni

    Caro JJ, ti ho letto e l’ho fatto molto attentamente tra le righe…

    Messaggio ricevuto, forte e chiaro!

    Un grande Grazie. Un grazie che parte da quel benedetto giorno in cui decisi di partecipare al tuo Corso e si estende fino alle ultime righe di questo post.

    Max

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