Forse pensi che il cambiamento climatico sia in fondo una bufala oppure sei per la più totale eco sostenibilità da subito… senza sé e senza ma… in ogni caso, investire nel cambiamento climatico, sia che tu voglia prevenire per contrastare, sia che tu veda una catastrofe ambientale all’orizzonte, è anche una scommessa da investitore …
L’argomento è impegnativo, quindi ove possibile userò anche un po’ di ironia ma tu, come sempre, cerca di leggermi tra le righe…
È possibile che tu pensi ogni giorno a quanto accade al clima o che tu non sia minimamente interessato a cosa accadrà al nostro pianeta dopo che te ne sarai andato… forse pensi che l’etica e gli investimenti dovrebbero essere elementi estranei o forse potresti essere un paladino della difesa del nostro eco sistema.
Non è bello dirlo per la nostra Terra o per le persone, ma enormi sono previsionalmente i profitti per chi deciderà di investire sul cambiamento climatico, anche se, probabilmente, non nel modo che potresti immaginare in questo momento…
Lascia che ti spieghi…
Con i leader mondiali riuniti per la conferenza sul riscaldamento globale COP26 della scorsa settimana, si è vista una copertura mediatica che una guerra mondiale, un collasso economico e i dieci più grandi influencer di Instagram messi insieme potevano solo sognarsela…
Questo vuol dire che, le implicazioni del cambiamento climatico e come combatterle, sono in cima all’agenda globale.
“COP” è l’acronimo presuntuoso di “Conference of the Parties”. È la 26esima volta che i paesi si incontrano sotto la bandiera della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Un trattato che è stato firmato da 197 paesi, con l’obiettivo di contrastare le “pericolose interferenze umane con il sistema climatico“.
Ci credi? Mah forse nemmeno io… È tutto vero? Mah forse non importa…
Investire nel Cambiamento Climatico: Partiamo da qui…
Il cambiamento climatico è reale?
È un fatto concreto che le temperature globali stiano aumentando, l’oceano si sta riscaldando, le calotte glaciali e i ghiacciai si stanno sciogliendo, il livello del mare sta aumentando e gli eventi meteorologici anomali si verificano molto più spesso, come spiega del resto persino la NASA.
In ogni caso ricorda che, le tue convinzioni o le tue percezioni sul cambiamento climatico, in realtà, non hanno alcuna importanza dal punto di vista degli investimenti sui cambiamenti climatici.
I mercati finanziari si muovono per anticipare, non quindi sull’attualità.
Se decidi che è ora di investire su una notizia o su un fatto, piuttosto che su un rumour (“compra sulle voci, vendi sulle notizie”), è spesso troppo tardi.
Il momento di acquistare un terreno in Alaska o in Siberia sarebbe adesso, non tra tre decenni, quando ci saranno già resort all-inclusive della Club Med in questi luoghi… :-)
Cambiamento Climatico: Ecco alcune proiezioni e i punti salienti
Il caldo: entro il 2070, le zone calde simili al Sahara copriranno circa il 20% della Terra (contro solo l’1% attuale), probabilmente spostando una persona su tre perché gli umani non possono vivere indefinitamente a temperature superiori a quelle della metà degli anni ’90.
Immagina di vivere in parti del mondo dove l’aria condizionata non è altro che un vecchio ventilatore arrugginito che soffia nell’aria calda, puzzolente e viziata…
L’acqua: con l’innalzamento del livello del mare, faresti meglio a imparare a usare le pinne e a nuotare.
Secondo le Nazioni Unite, circa il 40% della popolazione mondiale (ovvero 3 miliardi di persone… 9 volte più dell’intera popolazione degli Stati Uniti) vive entro 60 miglia da una costa.
Il dieci percento del mondo, quasi 800 milioni di persone, vive a circa 10 metri dal livello del mare. Mare che si stima aumenterà di due metri entro il 2100, costringendo almeno 13 milioni di persone nei soli Stati Uniti a spostarsi, secondo uno studio del 2020.
Ci sarà anche meno acqua dolce, ovviamente, man mano che i ghiacciai si sciolgono… quindi meno acqua da bere. Ma questo è tutto un altro problema.
La guerra: con il caldo, le inondazioni e la migrazione forzata, ci saranno sfollati alla ricerca di un posto dove vivere.
Come ha spiegato il “think tank” Brookings Institution “I modelli di guerra ci dicono che gli effetti di questo non saranno limitati ai singoli paesi colpiti, ma si diffonderanno entrambi all’interno dell’Africa (il conflitto potrebbe aumentare del 50% nell’area sub-sahariana a causa dei cambiamenti climatici) e questo può alimentare terrorismo transnazionale e migrazioni di massa“.
Le persone affamate sono troppo deboli per invadere altri paesi ma le persone che scappano dal caldo però, sono una cosa completamente diversa…
Le tempeste: l’Environmental Defense Fund spiega che vedremo “siccità ancor più secche, mareggiate più grandi e maggiori nevicate“.
Hai la netta sensazione che ci siano più uragani (e che siano di proporzioni maggiori) di quanti ce ne fossero in passato?
No, non è la tua immaginazione. E lo stesso vale per gli incendi e le inondazioni. I dati stanno solo peggiorando.
Ricorda però ancora… che tu pensi o meno che gli ultimi decenni di cambiamento climatico siano solo un errore statistico o che il cambiamento climatico sia solo clamore mediatico e che tutto rientrerà presto… di questo ai mercati finanziari, non frega nulla.
Ci sono già abbastanza persone che pensano che tutto questo sia reale e che stanno investendo di conseguenza e, come investitore, se vuoi avere la possibilità di ottenere guadagni potenzialmente elevati (forse anche in grado di cambiarti la vita…) il momento di agire è adesso.
I perdenti del cambiamento climatico
Più fa caldo e meno le persone sono produttive, una serie di studi lo ha già ampiamente dimostrato… il che è una brutta notizia per quei paesi che sono già posti in cui vivi ovunque con l’aria condizionata.
Un articolo rivoluzionario nel 2015 sulla rivista Nature ha esaminato l’impatto dei cambiamenti delle temperature e delle precipitazioni nel mezzo secolo conclusosi nel 2010 e ha proiettato l’effetto futuro del cambiamento climatico, in termini di produzione economica pro capite.
Hanno scoperto che…
Se l’adattamento futuro imita l’adattamento passato, si prevede che il riscaldamento rimodellerà l’economia globale riducendo i redditi globali medi di circa il 23% entro il 2100 e ampliando la disuguaglianza globale del reddito, rispetto a scenari senza cambiamenti climatici di rilievo.
All’interno di quel calo globale, c’è una vasta gamma di situazioni e, come tutto nella vita, vincitori e vinti.
Una pratica e terrificante mappa prodotta dai dati del documento di Nature, suggerisce che gli Stati Uniti registreranno un calo del 36% della produzione pro capite entro il 2100 a causa del cambiamento climatico.
Suona male vero? Direi che suona catastrofico alla luce di ciò che tutto questo significa per la qualità della vita dei nostri figli o dei nostri nipoti.
E nel resto del mondo?
Il PIL pro capite nella maggior parte dei paesi in Africa, sempre secondo lo studio di Nature, subirà un calo dell’80%, l’India un calo del 92%, il Brasile un calo dell’83% e l’Indonesia un calo dell’85%.
Si prevede che il calo maggiore in Europa lo subirà la Grecia, un calo del 51%.
Questo è oltre qualsiasi visione pessimistica si possa immaginare ma non tutto è uguale… quindi non comprare ancora una multiproprietà in Antartide… :-)
I vincitori del cambiamento climatico
Facciamola semplice: Vince il nord del mondo.
Lo stesso studio infatti, suggerisce che il Canada vedrà un aumento del 247% del PIL pro capite. La Svezia un aumento del 210%. La Germania, del 63%. Il Kazakistan, un aumento del 208% e la Russia, un aumento del 419%.
Come mai? Perché?
Dopotutto, parliamo di zone della Terra in cui ci sono distese infinite di nulla ghiacciato, rotte marittime ghiacciate e aperte solo pochi mesi all’anno, condizioni meteorologiche che solo un eschimese può apprezzare (o un norvegese con l’acquavite che gli scorre più del sangue nelle vene).
Sono zone così desolate che non si incontra per larghi tratti nessun popolo, nessuna città, nessuna fattoria, niente di niente.
Il punto però è che, con il cambiamento climatico, tutta quella gelida desolazione si riscalderà, mentre il resto del mondo cuocerà a fuoco lento e, tutta quella terra, diventerà utilizzabile per la coltivazione.
Come del resto ha ben spiegato il New York Times l’anno scorso in un articolo intitolato “Come la Russia vincerà la crisi climatica”. Il cambiamento climatico e le sue enormi migrazioni umane trasformeranno l’agricoltura e rivedranno l’ordine mondiale delle cose e, nessun paese, ha da guadagnare più della Russia…
Per alcune nazioni quindi, il cambiamento climatico rappresenterà un’opportunità senza precedenti, poiché le regioni più fredde del pianeta diventeranno più temperate.
Ci sono molte ragioni per pensare che quei luoghi riceveranno anche uno straordinario afflusso di persone in fuga dalle parti più calde del mondo, man mano che il clima si riscalda.
Nessun paese potrebbe essere in una posizione migliore per trarre vantaggio dai cambiamenti climatici della Russia.
La Russia ha di gran lunga la più grande massa di terra di qualsiasi nazione del nord. La Russia è ricca di risorse e terra, con spazio per far crescere e la sua produzione agricola che può essere potenziata dal riscaldamento delle temperature nei prossimi decenni…
Tuttavia, il più grande vincitore previsto del cambiamento climatico, almeno in termini percentuali, sarà la Mongolia (di cui parlai nel 2013…) oggi scomodamente alloggiata tra la Cina settentrionale e la Russia orientale, che vedrà un aumento del PIL del 1.413%.
Con 3,3 milioni di persone, più o meno la metà della popolazione di Roma ma in un paese grande più del doppio del Texas, la Mongolia ha spazio da vendere.
Considera che oggi in Mongolia nevica ancora agli inizi di maggio, oggi però… mentre domani…
Il riscaldamento globale e la disputa in corso sugli effetti sull’uomo e sul nostro clima, continuano a essere una questione scottante… ma ripeto, che tu ci creda o no, ci sono profitti che possono attendere gli investitori che decidono di investire sul cambiamento climatico.
Voglio essere chiaro…
Pronosticare come potrebbe essere l’economia di un paese tra 80 anni implica un presupposto basato su un castello di carte posizionato sulle sabbie mobili…
Demografia, risorse naturali, immigrazione, politica, denaro e circa un milione di altri fattori potrebbero cospirare per (diciamo) mantenere i mongoli poveri nelle loro lande desolate anche nel 2100… così come gli americani o i greci potrebbero star bene e non essere un terzo o la metà meno prosperi di quanto siano oggi.
Non è la prima volta che l’umanità ha affrontato alcune sfide piuttosto mastodontiche. Thomas Malthus alla fine del 1700 predisse che la crescita della popolazione avrebbe comportato un maggiore inquinamento, un esaurimento delle risorse, la fame e un aumento della disoccupazione.
Le sue teorie hanno continuato a contare molto fino alla metà del secolo scorso ma, grazie all’innovazione e alla tecnologia, siamo ancora qui (anche se non del tutto privi dei pericoli citati da Malthus).
Po c’è anche l’olocausto nucleare… “Ogni uomo, donna e bambino vive sotto una spada nucleare di Damocle, appesa al più sottile dei fili, che può essere tagliata in qualsiasi momento per incidente, errore di calcolo o follia”, avvertiva già il presidente degli States John F. Kennedy.
E’ per una combinazione di intelligenza, ingegno, eleganza politica e pura fortuna, se quella spada deve ancora cadere.
Tutto, naturalmente, potrebbe essere evitato se alla COP26 i politici, pochi dei quali però hanno una visione che va oltre le prossime elezioni (figuriamoci quindi al 2100…) riuscissero mai a mettersi d’accordo.
Non ci contare…
Investire nel Cambiamento Climatico: Quanto tutto questo è importante per i mercati finanziari?
In linea di massima, contrariamente all’opinione popolare, la crescita economica non è un prerequisito per l’apprezzamento del mercato azionario… lo vediamo ormai da mesi…
In effetti, in alcune condizioni, c’è effettivamente una correlazione negativa tra i due cioè ad una maggiore crescita economica è legato un rendimento del mercato azionario più basso. Come ho scritto spesso, ciò che conta molto di più per i mercati finanziari sono la previsione dei futuri utili aziendali e i dividendi.
Tuttavia, un crollo totale o anche rallentato (che sarebbe molto peggio di un mondo senza crescita) del PIL pro capite fino al 2100 a causa del cambiamento climatico sarebbe negativo per quasi tutte le società e azioni del mondo, escluse quelle che sono sul mercato proprio per beneficiare del cambiamento climatico.
Al momento, molti investitori si muovono verso chi opera per scongiurare il cambiamento climatico, ovvero, le società che trarranno beneficio dallo tsunami di denaro contante che andrà verso energia pulita, veicoli elettrici, basse emissioni di carbonio e gli altri filoni dell’idro climatica.
Secondo il Forum for Sustainable and Responsible Investment, alla fine dello scorso anno, quasi un terzo di tutto il denaro gestito professionalmente negli Stati Uniti (compresi hedge fund, fondi comuni di investimento e fondi pensione, giusto per cominciare…) viene investito utilizzando criteri ESG (“environmental, social, and governance” ovvero ambientale, sociale e di governance).
Sono circa 17 trilioni di dollari ed è un aumentato del 42% dal 2018.
Chi ne ha già beneficiato?
Ad esempio, Il fondo The VanEck Vectors Low Carbon Energy Fund è aumentato del 46% nell’ultimo anno. L’Invesco Solar Fund è aumentato del 43% e il grande kahuna del pulito che incontra l’hype, la casa automobilistica Tesla, è aumentata del 188% nell’ultimo anno. (per un confronto, sappi che l’indice S&P 500 è aumentato del 35%.)
E il petrolio?
I produttori di energia occidentali sono sotto pressione per andare “oltre il petrolio” (che era il motivo per il quale la grande compagnia petrolifera BP si era rinominata nei primi anni 2000…).
Sono spinti ad abbandonare le loro risorse di combustibili fossili e trovare un nuovo modello di business ma sono le compagnie petrolifere nazionali, quelle per lo più o completamente di proprietà dei governi, che ne trarranno beneficio, acquistando asset a basso costo dalle compagnie petrolifere occidentali, sempre più disastrate, e continuando a produrre petrolio.
Già, il petrolio, che sarà un fulcro del puzzle energetico mondiale per molto più a lungo di quanto vorrebbero far credere gli ambientalisti.
Questo scenario è perfetto per società come l’Aramco dell’Arabia Saudita o la Rosneft e la Gazprom russe o, ancora, la Petrobras brasiliana.
E i gelati? Ma dai… i gelati…
Farà sempre più caldo, cosa mangerai? Gelato, ovviamente… e, forse non lo sai ma, il più grande produttore di gelato al mondo è l’azienda globale di beni di consumo Unilever, che possiede ben 400 marchi, che vende in 190 paesi.
Chiaro cosa voglio dirti?
Investire nel cambiamento climatico pensando all’apocalisse
Diciamo che tu non sei un sostenitore del cambiamento climatico e pensi che l’ESG sia un’esagerazione… quindi in cosa dovresti investire?
Beh, devi atterrare nel nord del mondo. Che si tratti della Siberia, della Svezia, dell’Alaska o dell’Artico… van bene tutte, purché vi sia spazio per le persone e per l’agricoltura.
Dove andranno tutti i rifugiati climatici? In un posto dove possono stare all’aperto, ovviamente.
Ti faccio un esempio…
Il litorale del lago Baikal, il lago più profondo del mondo (cinque volte il volume del lago Michigan), nella regione siberiana sudorientale di Irkutsk in Russia.
È un posto straordinariamente bello, remoto e tranquillo… fino a quando non arriveranno voli charter da Miami, Kinshasa e Nuova Delhi, portandovi rifugiati climatici.
Parliamo anche del Canada…
È grande, è pieno di risorse naturali e ha molte coste settentrionali. Dove andranno le persone quando la loro sede che sia New York, Ohio o Idaho sarà calda come la Florida di oggi? Da qualche parte in Canada, ovviamente.
Investire sui cambiamenti climatici: Sei preparato per farlo?
Alla COP26 continuano a parlare…. parlare… parlare… ma tu, come investitore, dovresti prepararti… in un modo o nell’altro, che tu sia per la prevenzione ed il contrasto o che tu sia per la catastrofe, il momento per farlo è adesso…
Ricordati comunque sempre di agire da investitore intelligente e, se per te tutto questo è troppo… parti sempre dalle basi…
Fabrizio “Jacque$ Jump” Diluca
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